Responsabilità, sincerità, bellezza

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Questo è il motto educativo che vorrei vedere scritto dentro le scuole, pitturato sui muri e cucito sulle borse delle maestre e dei dirigenti.

SOGNO una scuola che…
Prima di parlare di LIM (lavagna interattiva multimediale), di POF (piano dell’offerta formativa), di BES (bisogni educativi specifici), di DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) si preoccupi della responsabilità.

Che si interroghi circa il principio etico che guida qualsiasi persona a star lì, a decidere di farsi carico della vita di un altro.
Che cerchi riflessioni e pretenda risposte se qualcuno cerca di defilarsi dal discorso accampando scuse tipo: “cosa c’entrano gli idealismi?”.
Che licenzi in tronco chi ha deciso che è troppo stanco per insegnare, per cambiare, per mettere in discussione tutto quello che credeva fino a quel momento.

Il senso di RESPONSABILITA’ è duplice, personale e collettivo. [..] Quindi: assumersi la responsabilità di fare una passeggiata con i bambini, di togliere i banchi, le sedie, le scarpe, di fare lezione in giardino, di ballare il tip tap sul tavolo per illustrare la forza di gravità e la volontà umana cosa possono fare […]


Poi viene la sincerità, malattia che affligge il nostro secolo.

Da una parte troviamo i bugiardi quelli che mai e poi mai ammetteranno che stanno mentendo, perché sono talmente abituati a raccontare frottole che non sanno assolutamente più neanche loro quale sia la verità e, allora, cambiano identità, amicizie cibi, mode e libri da leggere.

Dall’altra parte quelli che si professano sinceri ma, che in realtà, hanno appreso una tecnica terribile, quella del “ti dico tutto quello che mi passa per la testa, ignorando le regole empatiche e comunicative, svuoto il mio sacco e prima di qualsiasi iniziativa di replica mi aspetto un ringraziamento per la mia sincerità debordante”.

Ma io parlo di un’ALTRA SINCERITA’, quella che ti fa ammettere che se 20 anni fa avevi iniziato a insegnare per passione ora lo fai per il mutuo e i figli che crescono. […]
La sincerità di avvicinarsi ad un adolescente che palesemente si droga e parlargliene, senza fuggire in aula insegnanti al suono della campanella.
La sincerità di parlare dei tabù: della morte, del sesso, di cosa significhi che una donna venga stuprata, di cosa si prova a perdere un figlio e di quanto terribile sia seguire una vita che non è la propria per compiacere le aspettative narcisistiche di un genitore confuso.

E poi la bellezza.
Circondiamo le anime dei nostri figli di bellezza, esigiamola! Aule con intonaco a pezzi, con muri dai colori squallidi, materiali e giochi rotti, senza pezzi o rifilati da famiglie. […] Il seme della bellezza, della cura, della gentile carezza allo sguardo e all’anima dovrebbe essere un diritto insindacabile dell’infanzia.

Spegniamo le televisioni e riempiamo anche la nostra vita di bellezza.

Responsabilità, sincerità e bellezza. Questo ci serve.

Tratto da: Emily Mignanelli “Hundreds of Buddhas” ed. Streetlib Write

Emily Mignanelli sarà la docente del corso di Pedagogia Dinamica a Rimini in partenza da ottobre 2019; 6 weekend di alta formazione per insegnanti, educatori, genitori, maestri e tutti coloro che hanno a cuore il mondo dell’infanzia.

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